Da circa un anno il dibattito sulla convivenza con orsi e lupi, in Italia, è molto serrato e parte da episodi che hanno destato scalpore. Dal ritorno dei lupi che attaccano le greggi all’uccisione del runner in Trentino ad opera dell’orsa Jj4. C’è però un modo per convivere con questi grandi predatori, evitando che qualcuno si faccia male, umani o animali che siano. Se n’ è discusso durante il simposio internazionale “Wildlife capture and chemical immobilization”, appena terminato a Caramanico Terme, in provincia di Pescara. Per riuscire nell’intento, bisogna mettere a frutto gli strumenti e i mezzi forniti dalla ricerca scientifica. In questo campo i ricercatori italiani sono un punto di riferimento e le loro tecniche sono note nelle Università internazionali.
L’Italia modello di convivenza tra uomo, orsi e lupi
I ricercatori di mezzo Mondo si sono incontrati a Caramanico Terme, arrivando anche da posti abbastanza isolati di Stati Uniti e Canada, dove il primo lupo dista tre ore di aereo. In molti sono rimasti sbalorditi dalla gestione della convivenza che, invece, si fa in Italia, in aree ad alta antropizzazione. Infatti, da noi, a volte, è necessario anche andare a redimere situazioni delicate come l’arrivo dei lupi sulle spiagge o degli orsi nei paesi. “È evidente che è una situazione molto difficile – spiega Simone Angelucci, veterinario del Parco della Maiella -. Ma gestiamo 4 mila lupi e una presenza significativa di orsi con un numero molto ridotto di conflitti”.
Le tensioni? Causate da animali “problematici”
È però palese che le tensioni e i conflitti ci siano. Il dottor Angelucci spiega che queste sono causate da pochi animali, definiti “problematici”. Spesso, però, la problematicità si sviluppa a causa dell’incontro con l’uomo che instaura una forma di “vizio” nel rapporto con l’animale. Esemplificativo è il caso dei lupi in spiaggia a Otranto. Due lupi spesso si spingevano in spiaggia, a volte aggredivano i passanti, altre volte provavano a giocarci. Poi, si è scoperto che uno dei due aveva sul collo segni riferibili all’uso di un collare. Qualcuno aveva provato ad addomesticare il lupo per poi cambiare idea.
Dunque, l’animale si era abituato a interagire con l’uomo, considerandolo un suo simile. In questo caso la soluzione è arrivata tramite la sedazione dei lupi a distanza, con un fucile spara siringhe di sonnifero. Una vota addormentati, gli animali sono stati monitorati e controllati e portati in rifugi all’interno dei parchi. Sono dunque inseriti in un ecosistema che conoscono, recintato così da non avere interazioni con l’uomo.
L’utilizzo delle tecniche di sedazione è una soluzione
Le tecniche di sedazione possono essere utilizzate in vari campi. In passato, sono state utili per ripopolare di camosci i parchi dei Sibillini e del Sirente-Velino. Inoltre sono state applicate per mettere a orsi e lupi i radiocollari e acquisire informazioni utili sulle loro abitudini e spostamenti. Si è scoperto che l’areale dei lupi, ad esempio, si è ampliato con la moltiplicazione dei cinghiali, introdotti dai cacciatori. Invece, gli orsi vanno alla ricerca della spazzatura abbandonata nei paesi e del cibo che spesso, in barba alla regole, i turisti danno loro apposta per filmarli.
Il rispetto delle regole consente di limitare i casi problematici
Insomma, se le regole stabilite per gestire la presenza di orsi e lupi sul territorio fossero seguite, ci sarebbe una sensibile riduzione dei casi problematici. Il territorio, però, è spesso abbandonato e le regole infrante, dunque la presenza di animali in città va messa in conto e va gestita. “Se alle 10 di mattina un cinghiale entra nel cortile di un asilo, -conclude Angelucci – bisogna che ci sia un servizio di pronto intervento in grado di arrivare rapidamente e sedare l’animale”.