L’allarme estinzione per il rinoceronte non è una novità. Sono decenni che questo animale è minacciato, soprattutto dai bracconieri che vendono il suo corno al mercato nero. Però oggi l’allarme è sempre più forte, considerando che alcune specie contano gli esemplari in decine. Basti pensare al rinoceronte di Giava di cui restano, ormai, solo 65 esemplari. Pur essendo i più grandi mammiferi terrestri, dopo gli elefanti, questi animali non sono in grado di difendersi abbastanza dalle aggressioni dell’uomo.
Sono 5 le specie di rinoceronte esistenti
le specie di rinoceronte esistenti sono 5, di cui due africane e tre asiatiche. La differenza più evidente tra loro è che le due specie africane hanno un corno più grosso ma non hanno zanne. Il rinoceronte bianco è quello con la stazza più grande ed è il meno minacciato di estinzione. Ne esistono, infatti, 18.000 esemplari, di cui il 93% è in Sud Africa. Il rinoceronte nero, ha un’indole più aggressiva di quello bianco ma non gli è servita per proteggersi. Ne esistono, infatti, 5.600 esemplari. Mentre il rinoceronte di Sumatra è il più piccolo e l’unico con due corni ed è a fortissimo rischio di estinzione. Se ne stimano solo 80 esemplari. Il rinoceronte di Giava è ormai un animale molto raro, ne restano solo 65 e sono a forte rischio. Tra i rinoceronti asiatici, l’unico che riesce ancora a mantenere numeri non immediatamente allarmanti è il rinoceronte indiano, di ci ancora ci sono 3.500 esemplari.
Cause dell’ allarme estinzione per il rinoceronte
Oltre alla perdita del loro habitat naturale, i rinoceronti sono minacciati dall’uomo. La piaga più grande è il bracconaggio: molti esemplari sono cacciati per sottrarre loro il corno che, al mercato nero, è richiestissimo a livello internazionale sia per fare oggetti che per l’utilizzo in alcune medicine tradizionali. La pandemia da Covid-19 ha portato a un calo della sorveglianza e ad un incremento del bracconaggio, rendendo i rinoceronti ancora più vulnerabili.
