Lungo poco più di 20 centimetri, il piccolo panda rosso pesa circa 120 grammi e dipende completamente dalla mamma che, inizialmente un po’ spaesata dalla sua prima gravidanza, si è dimostrata poi subito attenta e premurosa: lo nutre, lo pulisce con cura e lo tiene accanto a sé per scaldarlo. Tra una decina di giorni inizierà ad aprire gli occhi ma rimarrà nel nido, allestito da Suki nei giorni precedenti al parto con erba, rami e foglie, fino al compimento dei 3 mesi di vita quando sarà in grado di esplorare il mondo.
Che cosa mangia il panda rosso?
Il Panda Rosso (o panda minore) originario dell’Asia centrale – Himalaya, Butan, Birmania e India – che si ciba prevalentemente di frutta e vegetali: principalmente bambù, ma anche radici, ghiande, bacche, licheni, uova di uccelli e pulcini. Ha una soffice pelliccia marrone-rossiccia ed una coda lunga e voluminosa che viene utilizzata per mantenersi in equilibrio durante gli spostamenti tra i rami e per avvolgersi completamente durante le fredde notti. Animale solitario e territoriale, ma docile e tranquillo, è particolarmente attivo al crepuscolo e di notte, mentre durante il giorno riposa sugli alberi.
Quanti panda rossi ci sono in Italia?
In Italia, con questo nuovo arrivato, salgono a 13 gli esemplari ospitati in strutture zoologiche. Ad oggi, in natura, si stimano meno di 10.000 esemplari ed è quindi fondamentale conservare ex situ questa specie a rischio estinzione.
Quali sono i rischi per il panda rosso?
Sono numerose le ragioni che minacciano la sua sopravvivenza, tra cui il cambio del clima, con troppo frequenti periodi di siccità, e la deforestazione che causa non solo la perdita della principale fonte di cibo (il bambù) ma anche la riduzione dell’habitat in tante piccole isole che, per un animale arboricolo come il panda rosso, rende difficile ed in alcuni casi anche impossibili gli spostamenti. Senza considerare il crescente interesse come animale da compagnia o la caccia per l’utilizzo della pelliccia. Il panda rosso, come ogni specie a rischio estinzione, ha un proprio programma europeo di salvaguardia, definito dall’EEP (European Endangered Species Program) e gestito da una commissione a cui fa capo un coordinatore e diversi membri esperti, che regola la presenza degli esemplari nelle strutture zoologiche e i relativi scambi tra queste, al fine di garantire la continuità della specie e la variabilità genetica. Ed è proprio grazie all’EEP che la popolazione europea del panda rosso nelle strutture zoologiche ha subito, negli ultimi 10 anni un incremento demografico notevole arrivando a raddoppiarne gli esemplari: da 276 a 427.