Home » Antartide e cani da slitta: fine di un’epoca per proteggere l’ecosistema
Fino al 1994, i latrati dei cani da slitta risuonavano tra i ghiacci dell’Antartide, dove questi animali erano fondamentali per le spedizioni più audaci degli esploratori. Tuttavia, una decisione storica legata al Trattato Antartico ha sancito la loro rimozione dal continente per tutelarne l’ecosistema unico.
Il divieto di portare i cani in Antartide è stato motivato dal timore che il virus del cimurro canino potesse mutare, rappresentando una grave minaccia per le foche native, specie fondamentali della fragile biodiversità locale.
Il Trattato Antartico, che impone la rimozione di tutte le specie non indigene, ha segnato il destino dei cani da slitta. Così, nel 1994, gli ultimi esemplari hanno lasciato il continente ghiacciato, chiudendo un capitolo epico dell’esplorazione polare.
Anche se fisicamente assenti, i cani da slitta continuano a vivere nei racconti e nei segni lasciati nel tempo. Sulle porte delle vecchie officine si notano ancora i graffi di quegli animali, mentre alcune montagne portano i loro nomi, come Biff ed Elwood, un tributo permanente alla loro resistenza e lealtà.
Un esempio simbolico della loro presenza è il corpo di un cane appartenente alla spedizione di Captain Scott, che riemerge ogni primavera dal ghiaccio presso Capo Evans. Perfettamente conservato, rappresenta un ricordo tangibile di un’epoca eroica e un monito della forza del gelo.
Il divieto dei cani da slitta sottolinea l’importanza di proteggere l’ecosistema antartico, anche a costo di sacrificare tradizioni storiche. Questo episodio evidenzia il delicato equilibrio tra l’attività umana e la salvaguardia ambientale in uno dei luoghi più inospitali ma affascinanti del pianeta.
© 2023 Animals Land - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
Gruppo Editoriale: Lumos - Findyourtravel - Foodando - Nearfuture - Worldculture
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