La presenza dei cinghiali nei quartieri della capitale è da un po’ di anni a questa parte divenuta frequente e costante. Nonostante le continue segnalazioni effettuate dai cittadini, infatti, il problema è molto lontano dall’essere risolto. Tra i motivi principali di questa ‘’invasione’’ vi è senza dubbio uno scorretto smaltimento dei rifiuti urbani, i quali chiaramente rappresentano un’occasione imperdibile per la fauna suina stanziata nei boschi limitrofi. Tuttavia, tale questione non è altro che la piccola punta di un gigantesco iceberg: l’incessante e rapida riproduzione della specie – supportata dalle attività di ripopolamento e foraggiamento artificiale avviate a scopo venatorio nel secondo dopoguerra – ha portato nel tempo ad un aumento esponenziale degli esemplari che vivono nelle regioni dell’appennino centrale della penisola italiana. A questo, poi, si aggiunge anche l’abbandono da parte dell’uomo dei terreni che circondano la città, in favore della creazione spontanea di nuovi habitat naturali.
Una specie ibrida
I dati comunicati dagli esperti sostengono che il numero di cinghiali presenti in Italia è aumentato notevolmente negli ultimi dieci anni, fino a raggiungere ad oggi la straordinaria cifra di circa un milione di esemplari. Da un punto di vista tassonomico questi animali sono classificati nel Genere ‘’Sus’’ (in cui rientra anche il maiale domestico) e identificati nella specie ‘’Sus Scrofa’’, la quale a sua volta si suddivide in una imprecisata moltitudine di sottospecie. Questo è probabilmente dovuto non solo alla promiscuità che caratterizza il loro comportamento riproduttivo, ma anche all’introduzione ‘’forzata’’ di soggetti alloctoni all’interno di ecosistemi già densamente popolati da varietà autoctone. Ciò rapportato alle problematiche del contesto romano è particolarmente significativo, in quanto gli ibridi attualmente identificati nei territori confinanti con il comune appartengono ad una variante che oltre ad essere abbastanza robusta – tra i 120 kg ed i 150 kg – pare anche essere incredibilmente prolifica.
La natura prima di tutto
Appare chiaro, dunque, che la presenza dei cinghiali tra le strade di Roma è direttamente imputabile al numero di esemplari che risiedono nel suo circondario. È importante chiarire che, contrariamente a quello che si pensa, la specie non è assolutamente pericolosa: secondo Federica Pirrone, professoressa di medicina veterinaria e scienze alimentari, questi animali sono anzi molto timidi e per nulla violenti nei confronti dell’essere umano. I rari casi di cronaca che parlano di vere e proprie aggressioni vengono attribuiti principalmente a contesti di ‘’legittima difesa’’, spesso innescati dai timori di una madre impegnata a proteggere i suoi cuccioli. Ciò non vuol dire che la situazione non necessiti di essere controllata e risolta: il primo passo potrebbe essere quello di ridurre o eliminare completamente le attività venatorie ed i foraggiamenti illeciti, intervenendo contemporaneamente sulla ricostruzione degli equilibri naturali delle foreste e sullo sviluppo e la salvaguardia della biodiversità del territorio.