Home » Fusariosi delle uova, nuova minaccia per la tartaruga marina
Una nuova minaccia incombe sulla sopravvivenza e la proliferazione delle tartarughe merine: la fusariosi delle uova. La scoperta è stata fatta dai ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali (DiSAAA-a) dell’Università di Pisa, assieme al personale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (Izs) delle Regioni Lazio e Toscana e al responsabile scientifico dell’Associazione tartAmare. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Fungal Biology. Come sappiamo, le tartarughe Caretta caretta, si sono spinte a nidificare sempre più a Nord, raggiungendo le coste della Toscana. Qui, per la prima volta, sono stati identificati 32 tipi di microfunghi che attaccano le uova di tartaruga e mettono a rischio la sopravvivenza degli embrioni di Caretta caretta.
La caratterizzazione di questi microfunghi ha accertato che si tratta di specie associate al genere Fusarium. Questo genere è conosciuto per essere un patogeno delle piante e, alcuni di questi microfunghi non erano mai stati trovati nelle uova di tartaruga marina in precedenza. La fusariosi delle uova di tartaruga marina è dunque una malattia infettiva emergente, che può attaccare le uova all’interno dei nidi e provocare la morte degli embrioni. Inoltre la presenza di questi microfunghi nelle uova apre un nuovo scenario, ovvero la possibilità che lo stesso microrganismo possa infettare sia piante che animali.
La Caretta caretta è l’unica specie di tartaruga marina che nidifica sulle coste del Mediterraneo. Già fortemente minacciata dalle condizioni ambientali e dalla mano dell’uomo, la Caretta caretta si trova a dover combattere una nuova battaglia per la sopravvivenza. Se prima i piccoli tartarughini dovevano affrontare la prima prova, quella di arrivare al mare appena nati, adesso devono prima riuscire a sopravvivere all’interno del guscio. Proprio per la complessità degli equilibri degli ecosistemi marini è importante che ci sia una vigilanza costante e continua. Solo così potrà essere garantito un futuro alle Caretta caretta all’interno dell’ecosistema del Mediterraneo.
''La nostra ricerca evidenzia la complessità degli equilibri degli
ecosistemi marini e la necessità di una vigilanza continua per
proteggere queste magnifiche creature – conclude Cristina Nali – Le
comunità della conservazione e le autorità locali devono lavorare
insieme per garantire un futuro alle tartarughe all’interno del
Mediterraneo”. (segue)
© 2023 Animals Land - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
Gruppo Editoriale: USB - Findyourtravel - Foodando - Nearfuture - Worldculture
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