Nell’immaginario collettivo il pipistrello è il principe delle tenebre. Esce solo di notte, dorme a testa in giù, quando apre le ali sembra dispiegare un mantello, come quello dei vampiri dei tempi del Conte Dracula. Insomma ha un atteggiamento che ci induce a guardarlo quantomeno con sospetto. Ma il pipistrello è davvero una creatura così tenebrosa?

Come è fatto il pipistrello
Il pipistrello è l’unico mammifero in grado di volare. Non solo vola ma compie in aria delle manovre molto complesse. Questo è possibile grazie allo sviluppo delle sue ali che si sono sviluppate dalla modifica dell’arto superiore. L’arto si è allungato in maniera sproporzionata e le dita sono unite dal patagio, una membrana vascolarizzata che si estende fino agli arti inferiori. Sulla caviglia del pipistrello c’è uno sperone di cartilagine, chiamato calcar, che consente l’apertura alare, sostenendo il patagio.
Le dimensioni dei pipistrelli sono estremamente variabili e così anche la dimensione delle loro ali e la loro velocità. Come esempio pensiamo che un pipistrello nano vola ad una velocità oraria di 16 chilometri, mentre un pipistrello dalla coda libera messicano può arrivare anche a 165 chilometri orari.
Quasi tutti i pipistrelli hanno folta pelliccia, tranne una specie che è completamente glabra. A seconda della specie cambiano anche la forma e le dimensioni della testa, delle orecchi, la forma delle narici.
Curiosità sul pipistrello e perché potrebbe essersi guadagnato il nome di principe delle tenebre
I pipistrelli hanno un problema di vista, sono miopi. Vedono da vicino e capiscono di quale insetto possono nutrirsi ma da lontano non vedono praticamente nulla. Poiché hanno una vista scarsa da lontano e si muovono prevalentemente di notte, hanno sviluppato un sonar che gli permette di orientarsi nello spazio. Sanno scansare perfettamente un essere umano e non hanno nessuna intenzione di avvicinarsi o di attaccarsi ai capelli.
I pipistrelli sono amici dell’agricoltura. Si nutrono infatti di insetti infestanti e nocivi per le piante. Per questo motivo sono animali protetti sia in Italia che in tutta Europa. La loro presenza è sinonimo di buona salute dell’ambiente in cui sono, sono degli ottimi bioindicatori.
Non è vero neppure che sono particolari portatori di malattie, soprattutto in Italia e in Europa, ma se si viene in contatto con feci o urine dell’animale è sempre meglio lavarsi le mani.
E allora perché il pipistrello si è guadagnato la nomea di principe delle tenebre? Probabilmente solo per paura e leggende che si sono tramandate nel corso dei secoli e in diverse culture. Per i buddisti giapponesi, ad esempio, il pipistrello rappresenta le menti irrequiete, mentre per molte popolazioni africane rappresenta l’anima dei morti, grazie alla sua capacità di vedere al buio. Invece nella cultura cinese il pipistrello è simbolo di buona fortuna, lunga vita e felicità. Tra gli indiani d’America è riconosciuto come simbolo di immortalità e resurrezione.
Insomma: paese che vai, cultura che trovi.