Home » La pesca è il nuovo nemico della tartaruga marina
La tartaruga marina comune (Caretta caretta), predominante nel Mediterraneo, condivide lo scenario con altre sei specie di tartarughe marine, tutte a rischio di estinzione a causa di minacce come catture accidentali, degradazione dell’habitat, disturbo antropico e cambiamenti climatici. Queste tartarughe sono fondamentali per l’ecosistema marino, ospitando comunità di piccole piante e animali sul loro guscio.
La tartaruga comune, carnivora, si nutre di meduse, pesci, crostacei e molluschi. Dopo l’accoppiamento in acqua, le femmine depongono le uova su spiagge principalmente nella parte orientale del Mediterraneo, come Grecia, Turchia, Cipro e Libia. In Italia, la deposizione avviene soprattutto lungo le coste meridionali, con un aumento recente dei nidi registrati e nidificazioni anche al Nord.
Vivendo nelle acque dell’Atlantico, Indiano e Pacifico, la tartaruga marina comune può vivere fino a 80 anni, raggiungendo la maturità sessuale intorno ai 20-30 anni. Un nido contiene circa un centinaio di uova, e i piccoli, dopo una incubazione di 45-70 giorni, memorizzano informazioni utili per ritornare alla stessa spiaggia da adulti, dopo 20-30 anni, per riprodursi.
Le attività umane minacciano gravemente queste tartarughe in diverse fasi del loro ciclo vitale. L’erosione delle spiagge riduce lo spazio per la nidificazione, mentre il calpestio e l’uso di mezzi pesanti possono distruggere nidi interi. L’inquinamento luminoso disorienta le tartarughe neonate, impedendo loro di raggiungere il mare. L’ingestione di plastica è un rischio, e la presenza di oltre 3.760 tonnellate di micro e macro-plastica nel Mediterraneo è preoccupante. Oggetti in plastica, specialmente buste monouso, sono erroneamente scambiati per prede, causando danni o morte. Attrezzi da pesca abbandonati intrappolano le tartarughe sott’acqua, spesso causandone la morte per annegamento.
Le attività di pesca rappresentano la minaccia principale, con oltre 24.000 catture annuali in Italia e a livello globale. Reti a strascico, da posta e palangari provocano annegamento e lesioni. Il sostegno a iniziative di conservazione e la riduzione dell’inquinamento e delle pratiche di pesca non sostenibili sono cruciali per proteggere queste affascinanti creature marine.
© 2023 Animals Land - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
Gruppo Editoriale: USB - Findyourtravel - Foodando - Nearfuture - Worldculture
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