Cosa prevede la sentenza della Corte di Giustizia Ue sui lupi
La Corte di Giustizia dell’UE ha inflitto un duro colpo ai cacciatori spagnoli, annullando un piano che autorizzava l’uccisione di centinaia di lupi. La sentenza, frutto di un lungo contenzioso legale, sancisce un principio fondamentale: la conservazione delle specie ha la precedenza sulla caccia, anche quando questa è prevista dalla legislazione nazionale. In questo caso specifico, la Corte ha stabilito che la caccia al lupo è incompatibile con lo stato di conservazione insoddisfacente della specie a livello nazionale.
Cos’è la direttiva Habitat e cosa prevede
La decisione della Corte si basa sulla direttiva Habitat, una normativa europea che ha come obiettivo la conservazione della natura e della biodiversità. Questa direttiva prevede l’istituzione di una rete ecologica di zone speciali di conservazione (ZSC) e zone speciali di protezione speciale (ZPS) per proteggere gli habitat naturali e le specie di flora e fauna selvatiche più minacciate. Nel caso del lupo, la direttiva impone agli Stati membri di adottare misure per garantire il mantenimento o il ripristino di uno stato di conservazione soddisfacente per questa specie.

Perché in Spagna non si possono cacciare i lupi
In Spagna, la popolazione di lupi è divisa in due gruppi: quelli a sud del fiume Duero godono di una protezione rigorosa, mentre quelli a nord sono considerati una specie cacciabile. Tuttavia, una relazione scientifica aveva evidenziato come lo stato di conservazione del lupo fosse insoddisfacente a livello nazionale. Nonostante ciò, la regione della Castiglia e León aveva autorizzato la caccia al lupo, scatenando le proteste delle associazioni ambientaliste. La Corte di Giustizia ha ritenuto che questa decisione fosse in contrasto con la direttiva Habitat e ha annullato il piano venatorio.
Quali sono le implicazioni per l’Italia della sentenza Ue contro la caccia ai lupi
La sentenza della Corte di Giustizia rappresenta una vittoria importante per la tutela della biodiversità e stabilisce un precedente importante per la gestione delle specie selvatiche in Europa. La decisione sottolinea l’importanza di basare le politiche di conservazione su dati scientifici solidi e di adottare un approccio precauzionale quando la sopravvivenza di una specie è a rischio. Inoltre, la sentenza invita gli Stati membri a intensificare gli sforzi per migliorare lo stato di conservazione delle specie in difficoltà, anche attraverso misure di protezione più stringenti.