Chi ha un gatto lo sa: puoi anche buttare la sveglia ed essere sicuro che il tuo micio ogni mattina verrà a svegliarti sempre alla stessa ora.
O che sempre alla stessa ora verrà a piazzarsi davanti al divano perché Lui ha deciso che è ora di andare a dormire, e tu devi andare con lui.
Secondo ciò che dicono gli esperti, i felini associano il tempo alle abitudini.
Secondo una ricerca effettuata all’Università dell’Ontario a cura del dottor Roberts, questa si chiama memoria episodica, cioè quella che associa ad una vicenda una particolare sensazione.
Per esempio, se il gatto sente il rumore del cassetto dove dentro è conservata la sua pappa, di sicuro corre in cucina perché sa che è ora di mangiare.
E ci resta malissimo se lo richiudete senza che nessun croccantino sia finito nella ciotola!
Alla stessa maniera, sa che se la sua mamma umana è allo specchio significa che sta per uscire, e si piazzerà davanti alla porta con quel musetto implorante “non mi lasciare solo”.
Ovviamente, non essendo dotati di riferimento orario, i gatti si orientano con dei fattori esterni e anche in base alla loro indole.
Il senso del tempo nei gatti è cadenzato da due elementi, quelli esterni come la luce o i rumori e quelli interni come la fame o l’istinto della caccia.
Sono tanti, infatti, i padroni che si chiedono come mai di notte o all’imbrunire Micio inizia a correre per casa: è naturale, se vivessero nella natura quella sarebbe l’ora di andarsi a procacciare il cibo.
Allo stesso modo, è capace di riconoscere se il padrone è stato fuori tanto o poco tempo.
Pare che questa percezione dipenda anche dall’intensità dell’odore del suo umano, più si affievolisce, più è il tempo che sta lontano da casa