Nella parte settentrionale dell’isola indonesiana di Sumatra vive un animale strettamente legato agli albori della nostra specie. Parliamo dell’orango di Sumatra: una scimmia appartenente all’ordine tassonomico dei primati – in cui rientra anche l’essere umano – che ad oggi è classificata dalla IUCN (unione internazionale per la conservazione della natura) come una specie a rischio critico di estinzione. Le conseguenze in rapporto all’eventuale scomparsa di questa scimmia sono tutt’altro che marginali: in primis verrebbe a mancare un agente essenziale che contribuisce a bilanciare gli attuali equilibri biologici dell’isola. In secundis la ricerca scientifica, che indaga sulle caratteristiche e sull’evoluzione di questi animali, subirebbe un inevitabile arresto. Attualmente sono in atto diverse strategie volte a far fronte a questo pericolo incombente, il quale purtroppo affonda le sue radici nel sempiterno e problematico legame tra l’uomo e la natura.

Pericoli ‘’artificiali’’
L’Habitat naturale dell’orango di Sumatra è la foresta tropicale: la specie trascorre la maggior parte della sua vita dondolando tra gli alberi che, oltre ad essere una fondamentale fonte di cibo, rappresentano anche un luogo sicuro dove scappare in presenza di una minaccia imminente. C’è da dire, però, che queste scimmie non hanno molti predatori naturali, in quanto la loro mole non li rende affatto delle prede facili: basti pensare che gli esemplari maschi in età adulta possono arrivare a pesare fino a 90 chili. Certo ci sono le tigri, ma in tal caso gli oranghi sono abilissimi a rifugiarsi rapidamente sulle fronde più alte della selva. La verità è che i pericoli maggiori, come spesso accade, sono quelli ‘’artificiali’’. Ad un’analisi approfondita, infatti, scopriamo che sono il bracconaggio e la deforestazione a mettere in serio rischio la sopravvivenza di questa specie, la quale attualmente appare gravemente minacciata.
Strategie di conservazione
La situazione degli oranghi di Sumatra è ad un punto critico, ma non tutto è ancora perduto. Al momento sono diverse le strategie di conservazione dirette a migliorare le condizioni di vita di questi primati. I principali sforzi sono rivolti verso la protezione e il ripristino del loro habitat naturale, attraverso la progettazione di aree appositamente dedicate alla salvaguardia della specie. Altrettanto importante è la lotta alla caccia e al commercio illegale, supportata dall’emanazione di provvedimenti destinati a porre fine, una volta per tutte, a queste terribili attività. Non mancano ricerche scientifiche mirate ad approfondire il comportamento e le esigenze degli oranghi, allo scopo di perfezionare ulteriormente le varie azioni di supporto. Se nel prossimo futuro queste politiche saranno garantite da una continua collaborazione globale, la speranza di preservare questa specie, tanto unica quanto preziosa, sarà sempre meno vana.