Il colibrì di Helena – conosciuto anche come colibrì ape – è ritenuto dagli esperti l’uccello più piccolo del mondo. La specie è endemica di Cuba e vive principalmente nelle aree forestali dell’isola, ultimamente ridotte a causa dell’espansione dell’agricoltura. I maschi misurano 5,5 centimetri e pesano 1,25 g, mentre le femmine raggiungono i 6,2 centimetri e pesano circa il doppio. Il suo punto di forza estetico risiede senza dubbio nel piumaggio brillante e iridescente, che unito al becco sottile e allungato contribuisce a valorizzare ulteriormente una forma del corpo tanto graziosa quanto compatta. Decisamente degna di nota è anche la grande agilità che caratterizza la specie che, affiancata ad una impeccabile padronanza del volo stazionario, permette ai singoli esemplari di raggiungere risorse alimentari totalmente precluse alle altre varietà di uccelli.

Caratteristiche e comportamento
Una delle principali peculiarità comportamentali del colibrì di Helena riguarda il rituale di corteggiamento, caratterizzato da una forte competizione e da una serie di movimenti specifici e distintivi. Durante quest’ultimo i maschi si esibiscono in una serie di rapide evoluzioni acrobatiche, come voli a spirale, picchiate e rapidi cambi di direzione, nel mentre emettono suoni acuti volti ad attirare l’attenzione dell’altro sesso. Gli incontri sono molto impegnativi: nelle zone di cova le femmine sono in minoranza, motivo per il quale devono essere sempre selettive nella scelta del partner. Questo porta i maschi a competere vigorosamente per manifestare la loro superiorità, attraverso inseguimenti ad alta velocità, combattimenti becco a becco e anche piccole lotte fisiche. L’esemplare dominante – spesso il vincitore delle sfide aeree – solitamente riesce ad accoppiarsi con più di una femmina, mentre gli sconfitti rischiano (in alcuni casi) di non riuscire a trovare la propria compagna.
I rischi per la specie
Negli ultimi anni i colibrì di Helena sono costretti ad affrontare molte minacce che stanno seriamente mettendo a rischio la sopravvivenza della specie. La principale è senz’altro la deforestazione, necessaria per fare spazio alle piantagioni di canna da zucchero, cacao e caffè. Ciò si traduce in una considerevole riduzione degli habitat naturali di questi animali, che dall’oggi al domani rischiano di perdere sia le fonti di cibo sia i loro abituali luoghi di nidificazione. Ma i problemi non finiscono qui: dai cambiamenti climatici, passando per la commercializzazione illegale, fino ad arrivare all’inquinamento atmosferico e all’utilizzo di pesticidi nei campi agricoli, il quadro generale appare particolarmente critico per questi piccoli uccelli. Per evitare il peggio è necessario mettere subito in atto diverse azioni di conservazione, tra cui: creazione di aree protette, promozione di pratiche agricole sostenibili e controllo serrato delle attività di bracconaggio.