La Rana Toro, originaria del Nord America, appartiene alla nota famiglia delle Ranidae. Tuttavia, a differenza della maggior parte delle varietà del suo gruppo, questo particolare genere di anfibi è ritenuto dagli esperti un serio problema per la biodiversità degli habitat naturali del pianeta, rientrando addirittura nella categoria delle ‘’100 specie più invasive e dannose del mondo’’. Le motivazioni sono da attribuire principalmente alle abitudini alimentari di questi animali, che ancora oggi minano la sopravvivenza di un gran numero di specie autoctone. A completare un quadro già abbastanza nefasto ci pensa anche la chitridiomicosi: malattia fungina mortale per gli anfibi, di cui la Rana Toro è invece portatrice sana. Ciò ha portato alla messa in atto di numerose iniziative finalizzate a gestire la libera diffusione di questi esemplari: partendo dalla rimozione dei siti riproduzione, passando per il monitoraggio delle popolazioni, fino ad arrivare all’eliminazione selettiva degli individui molto prolifici.

Un film dell’orrore
Ci sono animali che diventano famosi per le loro affascinanti peculiarità o semplicemente per il loro aspetto, altri ancora per il rapporto che riescono a instaurare con l’uomo. Non è il caso della Rana Toro. Pur essendo uno degli anfibi più grandi del mondo – gli adulti raggiungono i 30 centimetri di lunghezza pesando circa un chilo – e pur avendo un gracidio che ricorda il muggito dei bovini, la sua fama è dovuta ad una caratteristica piuttosto inquietante: la voracità. Le Rane Toro mangiano tutto e tutti, purché entri in bocca, talvolta non risparmiando nemmeno i girini della propria specie. Come se non bastasse, il modo attraverso il quale queste ultime catturano e divorano le proprie prede è senza dubbio degno dei migliori film dell’orrore: una volta intrappolate da una rapida lingua appiccicosa vengono digerite vive mentre cercano invano di sottrarsi dalle fauci del loro impietoso carnefice.
Le cause del pericolo
Le cause legate alla preoccupante invasione delle rane toro sono indirettamente legate al commercio internazionale. È risaputo, infatti, che l’esportazione di questi animali in molte parti del mondo sia in primis dovuta alla grande richiesta della loro carne, considerata una prelibatezza nell’ambito della cucina cinese e francese. Parliamo, inoltre, di una varietà particolarmente gettonata in specifici laboratori di ricerca, spesso impegnati nello studio delle principali caratteristiche fisiologiche degli anfibi. Dati questi presupposti è probabile che una parte di questo ‘’traffico di rane’’ sia nel corso degli anni finito fuori controllo, portando molti di questi esemplari ad insediarsi negli habitat acquatici di diverse regioni del globo. Il risultato è stato il proliferare incontrollato di una delle specie più voraci e invasive del regno animale, in grado di compromettere seriamente gli equilibri biologici degli ecosistemi in cui si adatta, che finiscono per diventare inevitabilmente l’infausto teatro di una spietata mattanza senza limiti.