L’Italia è nuovamente al centro dell’attenzione europea a causa della sua gestione controversa della caccia, secondo quanto dichiarato da diverse associazioni ambientaliste italiane, tra cui Cabs, Enpa.

Lac, Lav, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia e WWF Italia. Queste organizzazioni hanno commentato l’apertura di una procedura EU Pilot (n. 2023/10542) nei confronti dell’Italia per la presunta violazione delle norme europee sulla caccia, in particolare per la mancata conformità alla Direttiva Uccelli (2009/147/CE) e al Regolamento europeo 2021/57, che proibisce l’uso di munizioni al piombo nelle zone umide.
La nota della Commissione europea
La Commissione europea ha inviato una nota alla Direzione Generale Ambiente del Ministero dell’Ambiente italiano e a 13 regioni italiane, evidenziando una serie di preoccupazioni e infrazioni. Le principali questioni sollevate includono diversi aspetti.
Innanzitutto l’interpretazione ambigua del divieto di munizioni al piombo. Nello specifico, la Commissione ha criticato una circolare congiunta dei Ministeri dell’Ambiente e dell’Agricoltura che sembra contraddire il Regolamento europeo sul divieto di munizioni al piombo nelle zone umide. Questa circolare ha escluso l’applicazione del divieto in molte aree umide, mettendo in pericolo la fauna selvatica e l’ambiente.
Poi è contestata la mancata attuazione del Piano di azione nazionale contro il bracconaggio di uccelli selvatici. Infatti, nonostante l’esistenza di un Piano di azione nazionale del 2017 per contrastare il bracconaggio di uccelli selvatici, la Commissione ha sottolineato che il piano è rimasto inattuato e che il bracconaggio rimane un’emergete nazionale.
Inoltre, la Commissione ha accusato alcune regioni italiane di non rispettare le date di migrazione prescritte e di cacciare specie in cattivo stato di conservazione senza piani di gestione adeguati. Questo comportamento mette a rischio la biodiversità.
Infine la pratica di utilizzare elicotteri in Piemonte per il recupero dei cervi abbattuti è stata criticata dalla Commissione per non essere stata preceduta da una valutazione dell’incidenza negativa sulla rete Natura 2000.
Le associazioni chiedono la sospensione della caccia
Le associazioni ambientaliste hanno accolto con favore l’azione della Commissione europea e hanno chiesto alle regioni italiane di adeguare immediatamente i calendari venatori alle indicazioni ricevute. Inoltre, hanno chiesto al Ministero dell’Ambiente italiano di sospendere la caccia alle 21 specie in cattivo stato di conservazione e di promuovere la legalità nella tutela della biodiversità e dell’avifauna ambientale. Altrimenti, l’Italia potrebbe affrontare ulteriori azioni legali e sanzioni per violazione delle norme comunitarie e nazionali sulla conservazione della natura e della fauna selvatica. Di recente il Tar del Molise ha dato ragione agli animalisti disponendo lo stop alla caccia di tortore e quaglie.