Le sfingi colibrì hanno svelato il segreto della loro eccezionale abilità nel cercare il nettare grazie a una recente ricerca condotta dai biologi della Konstanz University. Pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, lo studio ha rivelato dettagli intriganti sulla tecnica di alimentazione di questi straordinari insetti.
Grazie alla proboscide, lunga quanto l’intero animale, le sfingi colibrì adottano una tattica unica nel posizionare l’organo su un fiore, sfruttando al contempo il loro sviluppato senso visivo. Questo comportamento è stato analizzato attraverso sofisticati esperimenti comportamentali, dove telecamere ad alta velocità hanno catturato le sfingi mentre si avvicinavano a fiori artificiali.

La proboscide è lunga quanto il corpo dell’insetto
La proboscide, arricciata a spirale, è utilizzata con precisione millimetrica per succhiare il nettare attraverso minuscole aperture nei nettari floreali. La biologa Anna Stockl della Konstanz University ha paragonato questa abilità al tentativo di bere una lattina con una cannuccia lunga due metri.
Sorprendentemente, la ricerca ha dimostrato che le sfingi colibrì usano il loro sviluppato senso della vista per controllare e correggere il movimento della proboscide. Un movimento simile al modo in cui gli umani utilizzano la vista per controllare il movimento delle mani.
Il coordinamento visivo è cruciale per la precisione del processo, un aspetto inizialmente associato a animali con cervelli relativamente grandi, come scimmie o uccelli. Tuttavia, la Konstanz University ha dimostrato che anche insetti con un sistema nervoso relativamente semplice, composto da meno di un milione di cellule nervose, possono raggiungere questo livello di coordinamento.
Le sfingi colibrì hanno la proboscide arricciata a spirale
Gli esperimenti hanno rivelato che le sfingi colibrì muovono la proboscide principalmente in avanti e indietro. I movimenti laterali, invece, vengono controllati dal movimento dell’intero corpo in volo.
Questa complessa forma di controllo, precedentemente associata a organismi con cervelli più grandi, è stata identificata come un aspetto peculiare e affascinante del comportamento delle sfingi colibrì.
Il team di ricerca ha sottolineato l’importanza di questi risultati non solo per la comprensione del comportamento animale. Ma anche per l’applicazione pratica in settori come la robotica. Anna Stockl ha concluso sottolineando: “Possiamo imparare molto dalle sfingi colibrì”. Questi piccoli insetti, con il loro modo efficiente di operare, si rivelano non solo affascinanti oggetti di studio, ma anche fonti di ispirazione per nuove scoperte scientifiche e sviluppi tecnologici.